C’era una volta una strip su un fumetto (forse Linus?) il cui personaggio si chiamava “up” e stava sempre a testa in giù perché camminava sul…soffitto! Insomma, era un tipo strano; vedeva tutte le cose da una prospettiva decisamente a rovescio. Ora, a me pare che in questo mondo ci siano molte cose che andrebbero ri-viste in quel modo e vorrei ogni tanto, proporvene qualcuna! Non per niente sono…up!
Rovescio n.1: velocità:
eccolo qua un bel mito contemporaneo. Se non sei veloce, rischi davvero di finire fuori dal mercato. Uno dei migliori (peggiori) esempi ci viene da Amazon. Anche i meno attenti non possono non aver letto, visto, sentito quello che succede a chi lavora in quella organizzazione. Braccialetti a parte, i ritmi sono da “Tempi moderni”, così come lo sono anche le catene di imballaggio e la qualità delle mansioni: a prova d’imbecille. E, in barba a tutte le chiacchiere sul benessere in azienda, sull’engagement (affezionare/narsi al/sul posto di lavoro), qualità-tempi-di vita, si resiste se va bene tre anni e anche meno. E se sei più duro e tenace, capita che ti mettano fuori per cattivo esempio o per errata scelta del personaggio. Rischi di costare troppo. Per questo la maggior parte dei lavoratori è “in affitto”; l’affitto ha una scadenza alla quale puoi o rinnovarlo o sottoscriverne un altro (meglio se a costi più bassi). E tutto perché se il cliente non riceve il suo pacco entro 24 ore s’incazza! Ma abbiamo veramente bisogno di questo tipo di velocità ? Cosa potrebbe succederci se il libro, il disco, il profumo, la play station, il pulloverino, lo smartphone e tutte le altre centinaia di cose che ordiniamo, arrivassero, diciamo, in 48 ore? Spesso sono oggetti che già abbiamo e allora perché ci agitiamo per averli presto presto? Capisco fossero farmaci salva vita, ma questi non viaggiano certo via Amazon! Non sarà che siamo stressati? la riduzione temporale tra momento della decisione e momento della ricezione comporta la sparizione del piacere dell’attesa. E così siamo subito pronti per desiderare un’altra cosa.
Allora, cari velocisti mentali perché non cominciare a rallentare? Andare in una libreria, cercare un libro, non trovarlo, ordinarlo e aspettare la telefonata o la mail del libraio che ti annuncia, dopo qualche giorno, che è arrivato. Ah, meglio dirgli, prima di uscire, che non abbiamo fretta perché, intanto, dobbiamo ancora finire quello che stiamo, con gusto, leggendo.